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Il Santuario della Madonna Nera

Santuario Madonna Nera

Il Santuario della Madonna Nera risale al 1523 e in origine era intitolato alla natività di Maria. Durante un disastroso incendio, l'icona qui venerata, raffigurante una Madonna col Bambino finì per annerirsi e il Santuario assunse l'odierna denominazione. Ricostruito e ampliato nel 1908, conserva l'immagine della Madonna proveniente da Motta di Livenza.

Durante le due guerre mondiali fu inspiegabilmente risparmiato dalla distruzione: mentre tutte le altre chiese furono rase al suolo. Durante la Prima guerra mondiale fu adibito ad ospedale ed ospitò il noto scrittore statunitense Ernest Hemingway.

Fu poi ristrutturata nel 1982.

Chiesa Abbaziale Santa Maria Assunta

Chiesa Abbaziale

La prima pietra della Chiesa venne posta con solenne cerimonia il giorno 15 agosto 1923, festività dell’Assunta, titolare della Chiesa. Nella pergamena inserita nella prima pietra si espresse il voto di conservare il ricordo del sito della vecchia chiesa abbaziale con la costruzione sul posto di un tempietto (“novam sacram aedem – veteri relicta a perpulchro sacello in posterum substituenda.. extruendam decrevere”).

I lavori subirono dapprima una pausa e ripresero alacremente nel 1925; terminarono nel corso del 1927. Vennero messi in opera circa 1 milione di mattoni. Terminata la costruzione si procedette alla benedizione ed apertura al culto del nuovo tempio nel giorno 8 gennaio 1928. Alla spesa globale di oltre 1 milione di lire il Commissariato per le riparazioni dei danni di guerra concorse limitatamente a 120.000 lire, lasciando all’impegno del popolo tutta la parte restante. Ben più ingente sarebbe stata la spesa se non fosse intervenuta la prestazione gratuita di lavoro a turno da parte delle numerose famiglie di contadini, che comportò significativi risparmi di denaro.

L’imponenza della costruzione, terza per dimensioni in diocesi dopo San Nicolò ed il duomo di Montebelluna, è dichiarata dalle sue proporzioni: è profonda 62 metri, larga 30 al transetto e 20 nelle navate, è alta 18 metri in facciata, mentre il tiburio ne raggiunge 32. La pianta dell’edificio è a croce latina e si sviluppa su tre navate, delle quali la centrale più alta; all’interno la divisione delle navate è realizzata mediante dieci colonne di calcare rosso terminanti a capitelli scolpiti con simboli liturgici. La luce è immessa mediante cinque finestre sulla facciata, altre cinque su ciascuno dei lati terminali della croce, ben altre 76 finestre oblunghe ed a sguancio aperto collocate nell’ordine architettonico maggiore con le finestre del tiburio e quelle degli archi che separano il tiburio dalla navata e dal presbiterio. Alla finestratura si aggiungono altri 49 piccoli oculi, corrispondenti ad effetti decorativi e funzionali. Il soffitto è realizzato a capriate lignee a vista, decorate, poggianti su letti lavorati, del peso complessivo di 300 quintali.

Ex Abbazia Santa maria del Pero

Ex Abbazia

L'Abbazia nasce lungo le rive del Pero, antico nome del fiume Meolo, per controllare i commerci dell'adiacente porto fluviale di origine romana. La struttura, per lungo tempo, rappresenta il punto più avanzato del Patriarcato di Aquileia a contatto con Treviso e Venezia ed acquista potere e splendore.

Nel 1493, l’Abate di San Giorgio Maggiore in Venezia assume il doppio titolo, amplia la Chiesa ed eleva il chiostro inserendo il primo piano con le bifore. Successivamente alterne vicende la vedono crescere fino agli inizi del 1700 e raggiungere le dimensioni attuali.

Durante la Prima Guerra Mondiale, l'Abbazia diventa un Centro di Soccorso e Casa del soldato. Il Campanile, invece, viene utilizzato come posto di vedetta per la segnalazione degli aeroplani nemici in arrivo. Per questo motivo, la Chiesa fu presa di mira in uno dei tanti bombardamenti di quel periodo e distrutta quasi definitivamente. 

A seguito dei danni riportati inizia a emergere il dibattito sull'opportunità di riparare la chiesa esistente o ricostruirne una totalmente nuova in altra località. Nei mesi successivi all'armistizio, si decide di intraprendere i lavori per riparare, anche se in modo provvisorio, i danni causati dai bombardamenti alla chiesa abbaziale; in modo da restituire il prima possibile al paese un luogo adeguato al culto, fino a quel momento temporaneamente esercitato in un'aula scolastica. Purtroppo la situazione in cui riversa la Chiesa è pessima e qualsiasi tentativo di restauro è subito abbandonato, quindi iniziano i lavori per la costruzione di quella nuova, Santa Maria Assunta, in località Fornaci. Viene così decisa la demolizione dell'Abbazia Santa Maria del Pero, fatta eccezione per il Campanile, le cui condizioni non facevano pensare ad un pericolo di crollo imminente.

Oggi giorno della Chiesa è rimasta solo una parte della facciata e della parete laterale sinistra.

Monumento ai Caduti

Monumento ai Caduti

Commemorazione della battaglia del solstizio e dei caduti della prima guerra mondiale -  Federazione Nazionale Arditi d'Italia inaugurato il 06/10/1968

Qui Baluardo della Vittoria del Solstizio 1918 MONASTIER

Ricordo ai caduti di tutte le guerre olocausto e monito per la fratellanza dei popoli (1968)

Monumento ai Lancieri di Milano

Monumento ai Lancieri

Durante la grande guerra (1915-1918) il 7° REGGIMENTO "LANCIERI" di MILANO fu inizialmente adibito al servizio di difesa costiera alla foce dell'Isonzo. Nel giugno 1918, insieme ai Lancieri del "Vittorio Emanuele II", tentò un'irruzione a cavallo contro nuclei nemici infiltratisi fra le nostre prime linee nella zona di Monastier di Treviso. Ostacolato nell'arduo compito dalla reazione avversaria, il Reggimento appiedò riuscendo, con energici attacchi alla baionetta, a colmare alcuni vuoti prodottisi nelle prime linee. Durante la battaglia di Vittorio Veneto, i Lancieri di Milano furono lanciati oltre il Tagliamento, puntando su Gradisca e Palmanova, che raggiunsero dopo di aver annientato la tenace difesa del nemico asserragliatosi a Morsano. Il comportamento del Reggimento in guerra gli fece ottenere la citazione sul bollettino di guerra n. 1123 del 21 giugno 1918, e la medaglia di bronzo al valor militare.

Ultima modifica: lunedì, 08 maggio 2023

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